che ascolti la preghiera dei dispersi
nel mare dei rifiuti e dei problemi
di cui non so più i versi.
Tu vita, tu creazione, tu presenza
più intima dell'intimo, una rosa
sulla mia solitudine.
Sulle colline del senso mi persi
nei miei mille teoremi.
È come se non fossi,
come se il vuoto dentro fosse assenza
nelle giornate dense di festosa
e fredda indifferenza.
Perché se non c'è senso c'è inquietudine,
così si apprende il male.
È come se non fossi,
come se in ogni cosa, tu coscienza
non mettessi delicati semi.
Adesso vivo in un sole mortale
dove la vita sembra ingratitudine
precipitata in un mondo banale,
come se non ci fossi.