sabato 30 agosto 2014

Tutto rientri nel tutto

Tutto difatti in subordine
mise, ai sui piedi mettendolo,
quando però, si rivendica
che ogni cosa in subordine

gli fu rimessa, si eccettua
chi tutto ha messo in subordine
a quegli stesso medesimo,
quando difatti in subordine

tutto sia stato rimessogli
anche lui, il figlio medesimo
sarà in subordine, postolo
da chi in subordine ha messogli

tutto, così che infine
tutto sia seme e anche frutto
tutte sian cose divine
e tutto rientri nel tutto.

1 Corinzi 15, 27-28

27 πάντα γὰρ ὑπέταξεν ὑπὸ τοὺς πόδας αὐτοῦ. ὅταν δὲ εἴπῃ ὅτι πάντα ὑποτέτακται, δῆλον ὅτι ἐκτὸς τοῦ ὑποτάξαντος αὐτῷ τὰ πάντα. 28 ὅταν δὲ ὑποταγῇ αὐτῷ τὰ πάντα, τότε αὐτὸς ὁ υἱὸς ὑποταγήσεται τῷ ὑποτάξαντι αὐτῷ τὰ πάντα, ἵνα ᾖ ὁ θεὸς πάντα ἐν πᾶσιν.

mercoledì 27 agosto 2014

L'ultima meta

Dopo, la meta, quell'ultimo
scopo che tutto riveste,
quando dovesse, all'altissimo
e genitore celeste

rendere il regno di pace
dopo aver reso inattiva,
vana ed inefficace
qualsiasi istanza che viva

di cieca e ottusa obbedienza
e ogni rivalsa basata
su privilegi e potenza
potenzialmente lasciata.

Deve regnare, egli infatti
fino a che tutti i nemici,
ponga, e stiano nei fatti
sotto i suoi piedi felici.

Quando dovesse riuscire
ultimo, odioso, cattivo,
fiero avversario, il morire
è reso vano e inattivo.

1 Corinzi 15, 24-26

15:24 ειτα το τελος οταν παραδιδω παραδιδοῖ  την βασιλειαν τω θεω και πατρι οταν καταργηση πασαν αρχην και πασαν εξουσιαν και δυναμιν
15:25 δει γαρ αυτον βασιλευειν αχρις ἄχρι ου  θη παντας τους
εχθρους υπο τους ποδας αυτου
15:26 ἔσχατος ἐχθρὸς καταργεῖται ὁ θάνατος,

domenica 24 agosto 2014

Vestirsi

Deve, quel che deperibile
rivestirsi tutto, infatti
di vestiti un po' più adatti,
del celeste incorruttibile

Quel che invece muore, un velo,
deve metter su, e vestirsi
dell'eterno, dell'aprirsi
al di più immortale in cielo.

Quando infatti il passeggero
che degrada indosserà
incorruttibilità,
e il mortale, per intero

di immortale sarà cinto
la parola scritta, viva
diverrà, realtà effettiva:
trangugiata in ciò che è vinto

è la morte, lo scorpione,
dove sei, morte, dov'è
la vittoria, dico a te
morte, dove il pungiglione?

Ma quel pungolo si regge
sull'errore che compiamo,
nella trappola caschiamo
col potere della legge.

Ma sia grazia a chi ci ha fatto
che ci dona la conquista
attraverso l'apripista
che è quel nome santo e intatto.

Ben sapendo che il lavoro
la fatica non è vana
se la vostra forma umana
è nel segno di quest'oro.

1 Corinzi 15, 53-57

53 δεῖ γὰρ τὸ φθαρτὸν τοῦτο ἐνδύσασθαι ἀφθαρσίαν καὶ τὸ θνητὸν τοῦτο ἐνδύσασθαι ἀθανασίαν.54 ὅταν δὲ τὸ φθαρτὸν τοῦτο ἐνδύσηται ἀφθαρσίαν καὶ τὸ θνητὸν τοῦτο ἐνδύσηται ἀθανασίαν, τότε γενήσεται ὁ λόγος ὁ γεγραμμένος· Κατεπόθη ὁ θάνατος εἰς νῖκος.55 ποῦ σου, θάνατε, τὸ νῖκος; ποῦ σου, θάνατε, τὸ κέντρον;56 τὸ δὲ κέντρον τοῦ θανάτου ἡ ἁμαρτία, ἡ δὲ δύναμις τῆς ἁμαρτίας ὁ νόμος·57 τῷ δὲ θεῷ χάρις τῷ διδόντι ἡμῖν τὸ νῖκος διὰ τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ.
58 Ὥστε, ἀδελφοί μου ἀγαπητοί, ἑδραῖοι γίνεσθε, ἀμετακίνητοι, περισσεύοντες ἐν τῷ ἔργῳ τοῦ κυρίου πάντοτε, εἰδότες ὅτι ὁ κόπος ὑμῶν οὐκ ἔστιν κενὸς ἐν κυρίῳ.

martedì 19 agosto 2014

L'abisso

Di tenebra è la notte:
nel buio si rincorrono domande
e voci ininterrotte,
e astrusi suoni e grande
tremore di battaglie, artigli e lotte.
La luce che si espande
dentro rimane chiusa, e non compresa.

Terribile è la notte
e qualche luce rimanendo accesa
non genera che idee vaghe e corrotte.

Cessate ogni pretesa,
e navigate a vista, il mondo è vasto
mollateci la presa
e quel che vi è rimasto
sussura quella voce malintesa,
la vita è questo impasto
di istinti, di ideali e d'apparenze.

Cessata ogni pretesa
ci restano le soltanto le incombenze
e tutto resta vago, nell'attesa.

La notte sa di assenze
e si inabissa buia ed indigesta.
Le nostre pertinenze,
lo spazio che ci resta
per essere le nostre vere essenze
è preso dalla voce immanifesta
che ci blandisce ma ci vuole schiavi.

Non vedo quelle assenze
e della porta non ho più le chiavi
rimaste come vaghe evanescenze.

Le idee si sono rotte
e noi malati gravi
ci intratteniamo. Tenera è la notte.

giovedì 14 agosto 2014

Altro possibile

E vi dico che il carnale
e il sanguigno non son atti
ad ereditare, infatti,
un reame spirituale.

Quel che è corrosione, dunque
non eredita in realtà
l'incorruttibilità
quel che resta sempre e ovunque.

Ecco, vi rivelerò
un segreto, un fatto estremo
tutti non ci assopiremo
diverremo altro però,

in un attimo, un istante
in un batter d'occhi, il giorno
in cui suonerà quel corno
l'ultimissimo sonante.

Risvegliati dalla morte
i defunti, incorruttibili
diverrano, e noi possibili
altre forme avremo in sorte.

1 Corinzi 15, 50-52

50 Τοῦτο δέ φημι, ἀδελφοί, ὅτι σὰρξ καὶ αἷμα βασιλείαν θεοῦ κληρονομῆσαι οὐ δύναται, οὐδὲ ἡ φθορὰ τὴν ἀφθαρσίαν κληρονομεῖ.51 ἰδοὺ μυστήριον ὑμῖν λέγω· πάντες οὐ κοιμηθησόμεθα πάντες δὲ ἀλλαγησόμεθα,52 ἐν ἀτόμῳ, ἐν ῥιπῇ ὀφθαλμοῦ, ἐν τῇ ἐσχάτῃ σάλπιγγι· σαλπίσει γάρ, καὶ οἱ νεκροὶ ἐγερθήσονται ἄφθαρτοι, καὶ ἡμεῖς ἀλλαγησόμεθα.

martedì 12 agosto 2014

Corpi

Se c'è un corpo che è dell'anima
ce n'è uno dello spirito
così è scritto, in questo ambito
l'uomo, il primo adamo, un'anima
diventò, vivente, e l'ultimo
uno spirito poetico
che inventa e che vivifica.

Ma le cose dello spirito
non dapprima, ma dell'anima,
poi il respiro, a tempo debito
e quel primo uomo, polvere
dalla terra, solo in seguito
il celeste uomo splendido.

Come polvere è l'archetipo
così sono quelli polvere,
e com' è celeste l'ultimo
son celesti anche i medesimi.

Se l'immagine impressaci
noi recammo della polvere
recheremo un'altra immagine:
la celeste dello spirito.

1 Corinzi 15, 44b-49

44b Εἰ ἔστιν σῶμα ψυχικόν, ἔστιν καὶ πνευματικόν.
45 οὕτως καὶ γέγραπται· Ἐγένετο ὁ πρῶτος ἄνθρωπος Ἀδὰμ εἰς ψυχὴν ζῶσαν· ὁ ἔσχατος Ἀδὰμ εἰς πνεῦμα ζῳοποιοῦν.
46 ἀλλ' οὐ πρῶτον τὸ πνευματικὸν ἀλλὰ τὸ ψυχικόν, ἔπειτα τὸ πνευματικόν.
47 ὁ πρῶτος ἄνθρωπος ἐκ γῆς χοϊκός, ὁ δεύτερος ἄνθρωπος ἐξ οὐρανοῦ.
48 οἷος ὁ χοϊκός, τοιοῦτοι καὶ οἱ χοϊκοί, καὶ οἷος ὁ ἐπουράνιος, τοιοῦτοι καὶ οἱ ἐπουράνιοι·
49 καὶ καθὼς ἐφορέσαμεν τὴν εἰκόνα τοῦ χοϊκοῦ, φορέσομεν καὶ τὴν εἰκόνα τοῦ ἐπουρανίου.

martedì 5 agosto 2014

Voce

Voglio ubbidire solo a quella voce
l'unica voce che mi da fiducia
l'unica voce della libertà.

E se il suo nome ha perso d'efficacia
sarà perchè nessuno adopera la noce
come cosmetico, come si impecia
lo scafo della nave più capace.

Non ascoltare l'altra voce, invece
perchè se non l'ascolti non ti nuoce
perchè non sai quello che non ti dice.

E da quest'ombra oscura che ci ha
non con due gambe sole ma con dieci
voglio fuggire via, lesto e veloce.

Son solo al mondo, non ci sono amici
sodali, nè compagni e neanche soci
per ripartire il male o il beneficio.

La nostra fede è morta sulla croce
che vedi sulla strada, a quell'incrocio
tra ciò che pensi e quello che si sa.

E se d'amore soffro ancora e brucio
tutto quello che assimilo mi cuoce
bene a puntino, ed io divento voce.