lunedì 26 febbraio 2018

Aspirazione

Attraversando il corpo una canzone
canta la mia stanchezza 

Si chiama stare nella sua proposta,
vivere un'emozione 
sulla lunghezza d'onda di una brezza,
senza occuparsi della propria idea.

Che sa sapere, che sa cosa crea, 
che è così intelligente, e lo fa apposta,
che è il niente che propone.

Io sono, vorrei essere un fuscello
portato dalla sua corrente a riva 
dove c'è pace e calma e tenerezza,
oltre la mia marea.

Che cerca, di un cercare col coltello,
che sembrando assecondante, 
che insiste senza sosta. 

Io vorrei esser quello,
l'idea, la carne, l'essere, l'amante,
l'umore, l'intenzione, la risposta, 
vita riempita di materia viva.

Godermi quest'istante 
come la terra di una pioggia estiva.

domenica 18 febbraio 2018

Ogni singolo fiato

L'immensità è un istante
dove non passa il tempo, il tempo sogna.

L'estro ci chiama a volte
a disegnare strade in un deserto
fuori dai devo, è regola, bisogna,
per diventare quello che si sente.

Mi scorre un fiume dentro, un mare aperto,
buon sangue non mente,
dove c'è vita, ce ne sono molte.

La fatica di vivere è vergogna,
dubbi le difficoltà,
tristezza, l'alba che piange l'aurora,
angosce, opportunità irrisolte.

Più poté il senza, che il metterne ancora,
più che la verità, il significato,
e muove più il possibile che il certo.

Ma sono, e questo basta al mio peccato,
respiro, e in un questo sono qui e ora
a barattare il certo con l'incerto
dentro un'identità.

Respiro, e la mia anima assapora
ogni singolo fiato.

giovedì 8 febbraio 2018

Non ne ho idea

 Nei modi e i tempi che consente il fato 
l'idea di me sparisce 

L'idea di me manca di fantasia,
di dubbi, di contrasti, sensazioni, 
un bene ereditato 
da quel male che non si percepisce.

L'idea di me nemmeno mi capisce,
di me comunica solo opinioni,
angoli di una trigonometria.

L'idea di me non sembra conseguente,
ma non di tempo, quanto tuttavia 
di possibilità,
di origine, di occhi, di tracciato.

L'idea di me è invidiosa 
l'invidia è di gran moda ultimamente
ma il verde non sono certo che mi doni.

L'idea di me si impone, 
mi perseguita cercando identità 
senza pace, perché se c'è un qualcosa,
più in là c'è un qualcos'altro certamente.

Le piace il varietà 
e recita le sue tragedie rosa.

domenica 4 febbraio 2018

Pensieri

Figli di cosmica razza da un mondo lontano
Forme d'idee corazzate da verbi e parole
Come turisti spedite in un luogo straniero
Sembrando giungere da una lontana radura
Su immense ali portate, su candide vele
Ebbero facile accesso all'intimo orecchio
Come se usassero un naturale diritto
D'alto e autorevole ingresso alle porte dell'anima 


Sāvitrī, book 7, Canto 4

Children of cosmic Nature from a far world,
Idea's shapes in complete armour of words 
Posted like travellers in an alien space.
Out of some far expanse they seemed to come
As if carried on vast wings like large white sails,
And with easy access reached the inner ear
As though they used a natural privileged right
To the high royal entries of the soul.
As yet their path lay deep-concealed in light.


giovedì 1 febbraio 2018

Tentoni

Perso nel mare di una distrazione
vivo nel pressapoco.
 
Sotto la calma di una vita intenta
cova il vulcano dell'agitazione.
Vivere non è poco:
quando ti scopri, scopri. È il divenire.
 
Pigro, mi dicono, quando non gioco,
c'è sempre solo un modo per riuscire:
prove ed errori, tenta e poi ritenta.
 
Così, se si prospetta un'emozione
quel che non sai, inventa:
l'esitazione è pratica fatale,
la ragione, sintassi insufficiente.
 
Si impara a simpatia, non c'è che dire,
che fare, che sapere a pensar male,
e chi ci pensa deve ripensarci.
 
In un riflesso astrale
colore che non arde non si sente,
e se non c'è risposta non vuol dire
che non ci siano domande da farci.
 
Si vive veramente
se nella vita sai davvero starci.