Mi dissocio dalla vita
puramente materiale
come stata a me impartita
e salata d'altro sale.
Mi dissocio dal complesso
dove abito, che vale
solo l'ombra di me stesso,
ed è inganno micidiale.
E non evito, vilmente
mie responsabilità
prendo atto, solamente
delle possibilità
scarse, e invero quasi nulle
di potermi estrinsecare
nelle lande vuote e brulle
dove porta questo mare.
Riconosco la realtà
di non vivere nel pieno
di mie proprie facoltà
siano spirituali o meno.
E con questo intendo e voglio
evitare ogni pretesto,
competenza o portafoglio
di ogni aiuto non richiesto.
Non ha più nessun motivo
né giurisdizione alcuna
quel potere, che, corrivo
tappa ogni mia lacuna.
Che si erga a mio tutore
sotto un egida qualunque
lo ritengo usurpatore
non autorizzato, dunque.
E se in me, dentro, presente
c'è un qualsiasi sconosciuto
che controlla la mia mente
lo dichiaro decaduto.
Per qualsiasi atto pregresso
di cui non ho più memoria
ma sia vivo ed inespresso
vale questa stessa storia.
Sciolgo tutto, ogni forma
di controllo, karma o tara
che si imprime, come un'orma
che non ha una forma chiara.
Perché proprio la carenza
di chiarezza rende opaco
il vedere l'esistenza
come fossi ubriaco.
Quindi come unico re
del mio stato e dell'essenza
vera e pura del mio sé,
io decreto in mia presenza
che l'incanto ora finisca,
via ogni velo, filtro, arcano,
ciò che è oscuro si chiarisca,
sia vicino o sia lontano;
si spediscano disdette
d'ogni sorta di contratto
se non scritto a chiare lettere
e da me scritto e redatto;
che si sciolga ogni mistero
relativo al mio passato
e ogni intreccio falso o vero
con chi resta a me legato;
ogni ombra di chi è stato
prima ancora che nascessi,
dentro me, o un antenato
e suoi lugubri pregressi.
E finisca finalmente
l'adesione a questo invaso
a cui non mi lega niente
nè per forza, nè per caso
da http://sacroprofanosacro.blogspot.it/2013/11/prendere-le-distanze-dalla.html
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