sabato 24 marzo 2018

Terremoto

D'una sola però
d'una soltanto, e non la più importante.

Senza tempo di vivono i discorsi,
senza parole, senza anestesie,
ti svegli e giri il mondo per un po' 
quando ti turba l'attimo, l'istante.

Una chiarezza scevra da rimorsi 
si insinua nelle vie
di quel mattino, avvolta in un "non so".

Ma d'una sola ci si può fidare
non quella che viene dalle mie
solite attese, solite sciagure,
ma l'altra, più distante.

Così, corsi e ricorsi
a miei soliti discorsi e paure,
prima di arrendermi allo stupore vuoto.

Nulla può mai frapporsi
fra l'energia del fuoco e il terremoto,
fra il vento e il polline nella pianura,
fra il fiume della vita ed il suo mare.

E avvolto nell'ignoto
c'è un fiore che si apre e poi scompare.

domenica 18 marzo 2018

Io sono innocente

Sui campi allegramente 
corre un bambino, il volto illuminato
dal sole, e ride, e guarda l'orizzonte.

Scorre fulgida vita
negli occhi aperti ai fiori, ed estasiato
sussurra piano: io sono innocente.

Del cuore, della fronte,
del mondo azzurro rimane cosciente
in me la sua presenza divertita.

Ma non il puro senso del volere
oggi, che l'alba è un petalo di rosa
sfiorita ed appassita
e resta fragile persino il fiato,

che il tempo è il mio datore di lavoro,
mi muovono il dovere ed il piacere
e ignoro le mie impronte,

che il tempo è la mia casa è la mia sposa,
che fare è il mestiere
e canto solo in coro.

Quel bimbo è la mia fonte
d'ispirazione pura, è il mio tesoro
tempio d'una realtà meravigliosa.

domenica 11 marzo 2018

Suoni di casa

La casa e le sue tante
voci, se ascolti narrano un cammino.

Lo strano scricchiolio dietro la porta
la goccia che tormenta il lavandino
il ticchettio incessante
dell'orologio appeso alla parete.

E sotto questa sorta
di musica, sussurra un comodino,
scoprendo intercapedini nascoste.

Celata dalle ante
dentro un armadio, una vecchia coperta
racconta la sua storia, come a un prete
si confessano merito e peccato.

Una stanza deserta
respira di paura, dove è assorta
l'imposta a canticchiare un motivetto.

Freme restando aperta
e cigola sui cardini la porta,
mentre riposa in pace nel cassetto
l'olio per ungerli dimenticato.

La casa e il suo dialetto,
l'intima verità di un dio incarnato.

sabato 3 marzo 2018

Croce e talento

Sul limitare, sulla soglia annuso
una tranquillità che non si affronta
prima che l'anima non sia ben pronta
a ridonarmi il senso del sentire.

Non è un sentire lacero e confuso 
ma un senso del sentire, quell'impronta
impressa sopra il cuore, che racconta
la verità non per sentito dire.

È il mio lavoro, è ciò che spesso accuso
d'essere il mio tormento quotidiano
ma se non mi apro a questo amore strano
non posso proseguire il mio seguire.

Croce e talento, tutto è lì racchiuso
come un fiore sul palmo della mano.