domenica 29 marzo 2020

Unicorni

Le mani su un diario di quei giorni,
dove prima sognai, e dopo scrissi
canti di lotta e di fatica, vissi
dove il pensiero è gabbia della mente.

La vita non ricircola, i ritorni
al punto di partenza sono ellissi,
rivoluzioni entro limiti fissi 
di regole che giungono dal niente.

Quei giorni avevano vaghi contorni
quei giorni c'era il mondo a casa mia,
volti su schermi, angoscia, nostalgia
di tempo, d'aria, di spazio, di gente.

Non credo a arcobaleni né a unicorni,
tutto andrà come andrà, sia come sia.

domenica 22 marzo 2020

Primavera

Sollecitanti, incoraggianti, astuti
rilievi di natura antropologica
guizzati fuori a rigor di logica
si attestano su ipotesi di inferno.

Faccio due passi, due giri, due strarnuti,
poi mi ritrovo a piangete il mio umore,
dov'è l'antico seme, dove il cuore,
dove il divino, il mitico, il superno?

Riflesso dell'incontro che ho già avuto
col corpo, la domanda psicologica:
"e se questo non fosse che il sentore
che primavera preme sull'inverno?"

E resto a casa a cogliere i minuti,
le ore, i giorni, gli atomi d'eterno.

domenica 15 marzo 2020

Quarantena

Viene l'aurora, il verbo si fa carne,
la vita sceglie d'essere nel mondo 
ma non del mondo, ma non sai che farne,
e ci fai casa, e chi sa cosa ancora.

Si sente il limitare dello spazio 
dentro le quattro mura, giri in tondo,
eri fuori, eri là, giusto finora,
ora sei dentro,e dentro è solo strazio.

Cosa ti manca esattamente? In fondo
hai tutto, e un tutto di cui diventi sazio.
Ti manca essere qui, essere ora,
ti manca dimorare nel profondo.

Perche solo rinchiusi in questa carne
si è,  si fa, si crede, si lavora.

domenica 8 marzo 2020

Punti di vista

L'amore, ovvero il tempo che trascorro
a visitare templi d'altri dei,
percorrre strade che non sono i miei 
dubbi, illusioni, favole e catene.

L'ombra di desideri che rincorro
mi segue come un faro spento, avrei,
sarei, potrei, vorrei, dovrei, farei,
ma il canto del sospeso mi trattiene.

Non ho più aspirazioni di conquista,
né più tempo per fare ciò che aborro,
il mondo è quel tessuto dove scorro
ricamandomi il mio punto di vista. 

L'eternità mi nutre e mi sostiene
sia che ci sia, sia che nemmeno esista.

domenica 1 marzo 2020

Omnia munda mundi

Dall'alto in basso, il mondo sembra fermo,
attraversato d'odio quotidiano,
da un incalzante assurdo, da inumano 
sogno farneticante all'imbrunire.

Dal basso in alto, il mondo è un grande infermo,
un doloroso fremito, un lamento,
memoria ritrovata di un arcano
che dorme arrotolato nelle spire.

E afferro solo quando non affermo
l'idea che il mondo è fervido fermento,
forza che sferza il cielo, il firmamento,
che il mondo è mondo, tutto da scoprire.

Mi illumino così come uno schermo,
fenotipo del dire senza dire.