domenica 30 aprile 2023

Vocativo

Fecondità, come sapere come

difendermi da te, che non hai un nome?

Gioia di vivere, dove sei? Dove

posso trovare la tua luce accesa?


Vita che non hai forma, tu sei addome,

che vita sei, se ti informa un ambire,

un interesse, un trovare altrove

la via di una pienezza benintesa


Chimica, chimica, a volte ti ho presa

come la via da cui non sai più uscire

e a volte ti ho imparato a maledire,

sognando un paio di coscienze nuove.


Ora mi accingo a diventar pretesa

d'essere altro, e non saperlo dire.

sabato 25 marzo 2023

Il nome

Dove comincia l'opera del matto
il sogno del perfetto sognatore
l'idea di non avere idee, l'eclissi
di quel che so, d'ogni perché o percome,

dimenticando, come avendo un patto
le numerose case dove il cuore
riposa, si rinviene, negli abissi
la pietra dove è inciso il proprio nome.

Dovunque vada, il vero senso è il tatto
perché devo sentirlo quel sentore
sulla mia pelle, come se mi unissi
a quel che c'è, senza sapere come.

Io sono quel che vivo e quel che vissi,
ecco, diventa chiaro, tutto a un tratto.

venerdì 10 febbraio 2023

L’abisso

Ma che poi, dopo tutto, cosa resta
da fare, se il mio tutto, se il mio fuoco
è il nulla, se non c'è che il sempre e il mai, 
che riempie da mattino fino a sera,

e se proprio quel poco, così poco,
prendesse tutto quel sei e sai
e diventasse un'alba, una foresta
un posto trascurato che non c'era,

e pensi, ma la vita allora è questa!
E ti si apre un abisso, e perché mai
prima di allora avevi visto il gioco
che porta dall'inverno a primavera,

e ora sai che così sarà se hai
fatto della tua vita una preghiera!

venerdì 6 gennaio 2023

se si potesse

Se si potesse credere, 
si potesse vedere
l'alba di questa notte,

l'odore del mattino 
nelle ore più nere,
se si potesse solo

vedere il tempo incedere
con gli occhi di un bambino
che si nutre di sguardi,

le benedette rotte
del vagare divino, 
la danza della chiglia,

di una barca sul molo
pensando che riguardi
una vita a riposo

e a riparo! Se rotte
le convenzioni, il ruolo 
che ci si dà si osasse

usare meraviglia!
Se solo si guardasse
il frutto dentro il seme,

il moto vorticoso
intorno al proprio asse
dei drammi quotidiani,

il vuoto parapiglia,
l'andirivieni ozioso,
e si riuscisse a scorgere

nascosto, ciò che preme,
di cui non ti puoi accorgere
se non hai un'altra vista!

Se questi sensi umani
si svegliassero al sorgere
in noi del vero senso,

spostandoci in estreme
regioni, su altri piani,
dove non c'è confine,

come se il mondo esista
per porgerci l'immenso!
Se si capisse infine,
chi sono, se non penso!