Dove comincia l'opera del matto
il sogno del perfetto sognatore
l'idea di non avere idee, l'eclissi
di quel che so, d'ogni perché o percome,
dimenticando, come avendo un patto
le numerose case dove il cuore
riposa, si rinviene, negli abissi
la pietra dove è inciso il proprio nome.
Dovunque vada, il vero senso è il tatto
perché devo sentirlo quel sentore
sulla mia pelle, come se mi unissi
a quel che c'è, senza sapere come.
Io sono quel che vivo e quel che vissi,
ecco, diventa chiaro, tutto a un tratto.
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