Chi muove i fili della mia coscienza?
Cos'è che sono io?
Dove comincia il fiume del narrare?
Dov'è il bottone magico del sé?
Dov'è la mia presenza?
L'incudine sollecita il martello,
mentre la mia incertezza e miei perché
si schiantano sul filo del sognare
cosa non è più mio,
cosa è rimasto solo una credenza.
E quando finirà questa battaglia?
Quando si vedrà il mare?
Rivedo il brutto e il bello
nascosti da una maschera di paglia,
l'odore delle stelle, l'urlo idiota
del povero relitto dentro me,
il suono dell'oblio.
Oltre quell'ombra, altissimo si staglia
un monte, quattro ciottoli, un ruscello,
una pagina vuota.
Dietro il frastuono, dietro il tramestio
l'amore non si nota.