Nel buio ci agitiamo
il nostro nome è dubbio e frainteso
ed abbocchiamo all'amo
del genio malinteso
che ci convince che quello che siamo
è il risultato atteso
d'anni d'evoluzione del cervello.
E, illusi, ci crediamo
per verità prendiamo tutto quello
che ci propina il nulla, e ci adeguiamo.
Il nulla ci è fratello
è tale e quale a noi, ma sa pressare
mettendoci un fardello
di attività da fare
ci ispira e ci conduce nel tranello
dove ci fa sperare
per renderci felici e sottomessi.
Felici, e sul più bello
riduce cosa siamo in compromessi,
e ti trasforma in pollo se sei uccello.
Siamo genia di fessi,
bacati, abbiamo già dimenticato
gli iperuranei amplessi
e diamo per scontato
che il sole ci darà quei suoi riflessi
e, fiori in questo prato
noi sbocceremo, aprendo la corolla
con gli annessi e connessi
oppure che ci sparerà una molla,
in alto, per raggiungere noi stessi.
E mentre noi sogniamo
l'assenza già ci incolla
su questa dura terra che abitiamo.
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