Quella che più diventa la mia storia
la mia interpretazione di cos'ero,
quella che è la mia via, il mio sentiero,
è anche il mio sublime sublimare.
Non conta cosa lascio, la memoria
di ciò che è sentimento, o che è pensiero,
o pratica, o ascolto, o per intero
l'ottimo predicare o razzolare.
Conta l'acume, non la transitoria
gloria di un attimo, conta l'intensa
fede, speranza, sovra sostanza immensa
d'essere di un sospeso assaporare.
Perché in una realtà contraddittoria
l'umanità si vive e non si pensa.
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