La mimica retorica del vuoto
che è poi l'inclinazione inevitabile
delle regole eterne,
la lentezza delle risposte avute
contro la verità improcrastinabile
del sapersi insensati
e contro la coscienza dell'ignoto,
la sfida iconoclastica, le mute
fredde disillusioni.
E vivere una vita a fasi alterne,
prima resistere, poi stare proni
lasciandosi decidere,
felici dopo esserci passati,
feroci dopo inganni, prima buoni
poi infami e viceversa.
E le mie semplici esperienze interne:
cose reali oppure raffinati,
verosimili altrove?
Altrove dove riflettere e ridere,
scoprendo di sapere senza prove
l'inesatto contrario,
stolti, fedeli ad un'idea diversa
o saggi da inventarne sempre nuove
ridendone di gusto.
Che la realtà non è che il suddividere
le storie in una grana controversa,
di labili cliché,
che la realtà è il normale, l'ordinario,
e non concede nulla al fai da te,
è dura la realtà,
ma dentro me il sentire si fa angusto,
e vuole esprimersi in ciò che c'è,
in ciò che tutti sanno,
cosi in questa realtà vivo precario
cercando ciò che è vero, buono e giusto
ma senza appartenervi,
ma se ricerco ancora verità
la cerco in carne e ossa, sangue e nervi,
e la troverò qua
tra sassi mossi da passi in affanno.