grigio trasecolare d'ogni giorno
su trame di una sterile commedia
scritta dal nulla eterno che ci assedia
che non esiste ma c'è tutto intorno
ed è un interminabile ritorno
alla necessità di questa inedia
mangiando cibo che l'oblio rimedia
fatto di fumo e nebbia per contorno
ombre ci traggono nella palude
di sentimenti blandi senza offese
dorati di certezza interinale
ma d'una sola ingognita si avvale
l'equazione intonata alle pretese
della modernità che non delude
l'incognita è l'io sono, il sopra e il sotto
l'uno molteplice di mille storie
l'umanità che narra il cantastorie
quando tutti per uno era il mio motto
oltre i confini accanto al vetro rotto
di una finestra scorgo le mie scorie
tra i vetri sparsi conto le memorie
della mia vita e fanno otto, sei, otto
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