domenica 21 gennaio 2018

Ideali

Guardalo questo sfuggire di forme con fiocchi e fiocchetti 
Abiti d'aria di divinità che non vivono un corpo
Un estasiarsi per cose che mai posson prendere vita,
Alla speranza un bel coro immortale speranza scandisce
Nube soddisfa una nuvola, spettro a insaziabile spettro
Soave s'appoggia, si ingaggia soave o soave è inseguito
E questo è il materiale da cui l'ideale si forma
È il pensiero il suo fabbro, le voglie del cuore la base
Nulla di vero risponde però alla loro chiamata,
Che l'ideale non abita in cielo, ma in terra nemmeno
Lucido e folle delirio d'umana speranza ed ardore
Sbronza di vino creato e prodotto da sue fantasie
È il trasognante tracciato di un ombra, un ombra brillante.
La tua visione fallace s'inventa l'azzurro dei cieli,
La tua visione fallace disegna anche l'arcobaleno;
Il tuo appetito mortale un'anima ti ha fabbricato.
L'angelo che hai nel tuo corpo, quest'angelo che chiami amore 
Che dalle tinte di quello che provi si forma le ali,
Fu partorito in un vecchio fermento che hai nel tuo corpo
E con il corpo che fu la sua casa bisogna che muoia.

Versione originale:
Behold this fleeing of light-tasselled shapes,
Aerial raiment of unbodied gods;
A rapture of things that never can be born
Hope chants to hope a bright immortal choir;
Cloud satisfies cloud, phantom to longing phantom
Leans sweetly, sweetly is clasped or sweetly chased.
This is the stuff from which the ideal is formed:
Its builder is thought, its base the heart's desire,
But nothing real answers to their call.
The ideal dwells not in heaven, nor on the earth,
A bright delirium of man's ardour of hope
Drunk with the wine of its own fantasy.
It is a brilliant shadow's dreamy trail. 
Thy vision's error builds the azure skies, 
Thy vision's error drew the rainbow's arch; 
Thy mortal longing made for thee a soul. 
This angel in thy body thou callst love, Non 
Who shapes his wings from thy emotion's hues, 
In a ferment of thy body has been born 
And with the body that housed it it must die.
 
 (Savitri, Book X, Canto II, Sri Aurobindo).

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