Respiro di un poeta.
Non trovo utilità a pensare a lutti
ad improbabili fatalità
ai più ci penso più in cuor mio mi pento
alla più estrema meta.
Dimorando in un guscio divento
l'impronta dei miei limiti, ma tutti
siamo qui l'aldilà.
Non c'è più bel sentire che il fruscio
della mia sospirata verità
oggi la musico, e diventa un canto
quando l'ora si quieta.
Non ci sono più giorni belli o brutti
quando a cantare resto solo io
e la mia vita è orchestra.
L'albero dai i suoi frutti,
L'ora diventa adesso, il mondo mio
e si colora di odori e di incanto
dietro e avanti, su e giù, a sinistra e a destra.
E cessa il tramestio
quando vedi che la vita ti è maestra.
Nessun commento:
Posta un commento
professorplomma@gmail.com