L'incognita del fare,
del voto, del pensiero,
l'incognita del cosa immaginare,
dove l'opzione zero
diventa l'arte di rivendicare
la metà vale più dell'intero.
Oggi tutto è scaduto o ha la scadenza
che supera il consumo
o non mi tocca, e già ne faccio senza.
Oggi sa tutto di logica e fumo,
di libertà e incoscienza,
d'amore folle per l'indifferenza,
di rosa e fiori senza alcun profumo.
E arriva, come un pugno sulla faccia
la domanda di cosa voglio e approvo,
con l'esca sottotraccia.
Se a immaginare il nuovo
c'è il solito, che cosa vuoi che faccia,
dimentico, ricordo e poi mi muovo.
E tu mi chiedi cosa
vivo, capisco, credo, spero. Trovo,
e fiorirò, dovessi essere rosa.
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