Rimane questa vita solo un segno
e il segno è ciò che lascio, bene o male
lasciar non è viltà, lasciare è impegno
meraviglioso, immenso e viscerale.
L'impero che non c'è chiede un assegno
in bianco, una caparra, una cambiale
per farci entrare in quel dannato regno
dove restare suddito, e banale.
Ed io lo diventai, ma con ingegno
mi riproposi d'essere asociale
e dissociarmi, uscire dal congegno
che ci propone vita artificiale.
Ora niente mi lega, e sono degno
d'esser chiamato re, ché sono tale.
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