Sono, rimango, credo, voglio e esisto
dentro lo scatolone in cui mi ha messo
la misteriosa mano, ed ora vivo
con quel ricordo impresso che non vedo.
E piano piano incedo, e se resisto
è per il palliativo che ho intravisto:
l'impronta che intravedo in riflessione
scoprendo brano a brano il mio riflesso.
E, come è già previsto nel copione
questa mia riflessione scorre piano
tra il centro di me stesso, positivo
ed il contorno umano, negativo.
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