Vi voglio dedicare una canzone
ma non di quelle scritte dalla fretta
una canzone schietta
sonora e petrarchesca
che vi trasmetta solo un'emozione,
che faccia venir voglia d'esser letta.
Ma che riesca, dire non possiamo
perché quando si pesca
non puoi sapere cosa abbocca all'amo.
Voglio trovare, come un trovatore
cui la rima sorride e casca in mano
con arte da artigiano
da operaio, umilmente.
Trovare, e non cercare quel bel fiore
che spunta, che se il fiato indagatore
inutilmente gira su se stesso,
trovare è saggiamente
saper utilizzare il tuo riflesso.
Ed umile e intonato a questo metro,
mi faccio trasportare dalla rima
lasciando che si esprima
come comanda stanza,
che mi trascini seco avanti e indietro
ovunque il santo afflato spira: in cima
ai monti dove avanza senza freno
o in basso dove danza
portando via con sé l'arcobaleno.
Ovunque soffia il vento
sorge nuova poesia, ed i poeti
nascono dai sussurri di un accento
dai sogni lieti d'esseri diversi.
Lasciate che s'acquieti
il vostro cuore insieme a questi versi.
Nessun commento:
Posta un commento
professorplomma@gmail.com