Si spegne la campana della sera
lungo le passeggiate
di questi giorni ipnotici dell'anno
si accorciano le ore della luce
mentre la terra va a dormire, fate
si incontrano, per destinarci un dono.
E' dalla primavera
che questa terra è sveglia, taglia e cuce
l'erba dei prati, gli alberi e le foglie,
i pochi che si accorgono, già sanno
riconoscere questo tempo che raccoglie
le attese e le speranze:
attendere è attendere l'io sono
il verbo fatto uomo che ci accoglie
nascendo nella grotta del non senso.
Attendere è aspettare senza affanno
che il vero il bello e il buono
rinasca come il sole, e chi l'attende
e si prepara sa che le distanze
azzera il puro spirito e risplende
vicino ad ogni uomo, intimamente
più intimo ed intenso
dell'intimo che ci abita e ci prende.
La terra si addormenta, e di un neonato
il bene eterno prende le sembianze,
di un bimbo, l'indicibile ed immenso
nasce nel nostro giorno,
di giorno in giorno, vero e risplendente
come la terra madre, che sta intorno
e genera di nuovo verità.
Chi quella notte veglia, ed ha vegliato
risente tutt'intorno,
un coro di creature delle stelle:
"Risplenda il vero e il buono eternamente
e in terra, a chi non si è dimenticato
di cosa è fatto e si rivolge al bene
sia pace e verità!".
Ma chi si accorgerà di ciò che avviene,
chi rimarrà sveglio questa notte?
Chi sulla testa ha solo luna e stelle
chi non ha nulla, e nulla trattiene
chi pascola il suo gregge,
vivendo la sua vita in libertà!
Andiamo su, pastori e pastorelle
se ancora abbiamo un cuore che ci regge
ad ammirare il sole a mezzanotte!