le nostre vibrazioni, i nostri piani.
Come se il mondo fosse ciò che sogna,
come se il vero fosse il dio denaro,
il dio fatica, il dio certezza, tesi
a piangerci il domani.
Domani non si sente né bisogna,
né questo immenso sterco è il mio riparo,
né vita gli ozi obesi.
L'ebbra ragione vuole i suoi colori,
dipingere di vero l'incertezza,
guarda che casi strani,
vivere per morire di menzogna.
Contano i visi, contano i sapori,
conta più che il sapere, essere faro,
luce per chi cammina,
o nebbia per chi attende la salvezza
sull'albero dei cuori,
perché l'ombra del vero è vero amaro
e amara medicina.
Sono dove nasconde nella brina
l'essenza delle cose l'aspra brezza.