Profondissimo, acuto
minaccio di vedermi
ed io, voglio godermi
i pochi sprazzi inermi
che mai non ho saputo
vedere.
Ora, più arguto
più simile a me stesso
mi guardo, ma non cesso
di perdermi anche adesso
quel poco che ho vissuto.
L'animo mio è perduto
incolto, inanimato
non ancora rinato,
spirito congelato
di cui, io, cieco e muto,
quel che si scioglie, fiuto.