lunedì 23 luglio 2012

Affiorando frano

Mi affido a te, messaggio.

Un tempo era il saggio che diceva di giorno ai demoni di girare al largo ora il letargo che falsa la visione prende tutti, e il diniego da' i suoi frutti avvelenati.

Dalle fontane delle vita siamo nati, e tornarci dobbiamo finalmente, ma la mente, che domanda e divora, s'infiamma e colora la via di vividi e ardenti tormenti.

Da dove formano le fila queste false fiammate? Da dove vengono queste astuzie colorate?

Sono rime baciate, dall'estro di questo maldestro operaio che sono, perdono se non so parlare italiano, perdono!

Io sono la spiegazione del sogno: di voi non ho più bisogno
e mi sembra una volta di più che   lassù non mi ama nessuno.

Quella voce io sento, è il mio tormento: ognuno e ciascuno per proprio suo conto!

Dimentico però che ero pronto dicevo facezie del tipo "non rido che il riso soltanto agli stolti abbonda"!

La notte e' ancora fonda e ho aspettato invano, infatti affiorando frano, e rischiare la luce del sole non posso.

Il mare è grosso sono in viaggio.

Mi affido a te, messaggio. 


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