Un ricordo resta, la festa impazza, la piazza vuole giochi.
E i pochi che giocare sanno, fan l'arbitraggio, che è saggio non
giudicare, se non si vuol star fermi, e gli arbitri son germi inermi
davanti alle masse ignare.
Ma se li guardi giocare diventi come loro.
Una voce, una vocina esce dal coro:
Io sono, io so, io sento!
Ma il vento spazza anche quella voce.
Rimane l'ombra di quel suono. Era un uomo.
E' diventato luce.
Dov'è finito? Era lì, è sparito?
Non è sparito, è spartito.