Le vite degli angeli, siamo
e questo discutere, fare,
volere esser altro
da ciò che risplende nel cuore
ci limita, ecco, cos'è questa perdita?
A cosa, a chi somigliamo,
che cosa vediamo? Fanfare
ci invitano ad essere altro
da quello che dice l'amore
e dunque rischiamo di perder la semina.
Cosa ci lega ancora alla terra?
Occhi, salute, bellezza,
nascondersi ancora.
Vaghi ricordi di quel che eravamo
confondono adesso le carte.
E adesso pace non c'è, né c'è guerra.
Vento, incantata carezza,
che soffia e che accora.
Voci prestate allo spirito siamo,
ma senza parola né arte.
Ci restano intatte
le scie sulla pelle
dell'altro percorso che ho fatto.
Sul volto, disfatte
le cose più belle
si scorgono ancora, ed intatto
è quello che bramo,
dovunque io sono e mi alzo.
Attoniti siamo.
Dimentichi del grande balzo.