Forme informi mi sfidano ogni giorno
e rivolgono lo sguardo sul mio sè
ma loro non si vedono, perché
c'è nebbia e confusione tutto attorno.
Mangiano queste forme, per contorno
pezzetto per pezzetto un po' di mè
nemmeno me ne accorgo, è come se
la mia vita mi si stringesse intorno.
Che voglio, cosa sono, cosa vedo?
Che voglio, cosa sono, cosa vedo?
Chi sono stato, cosa è sempre mio?
Da chi prendo il sentire, cosa credo?
La mente si domanda, e il rovellio
rimastica finchè alla fine cedo:
chi sono sempre stato, sono io.