martedì 24 febbraio 2015

Facewood

Espen, sono successe molte cose
da quella volta che hai effettuato
l'accesso a margherite, gigli e rose
ed altri fiori, che hai dimenticato.
Ecco alcune notifiche noiose,
relative ai tuoi amici che hai lasciato,
che ti sei perso, mentre silenziose
le foglie hanno cambiato il loro stato.
Pende una richiesta di amicizia
con il tuo vero sé, e il tuono ha aggiunto 
caricamenti dal suo temporale,

il bosco ha commentato la notizia
che sei del grande ragno, sopraggiunto
mentre eri là, nella rete sociale.

domenica 22 febbraio 2015

Casa

Noi dimoriamo da celesti veti
su altre dimore, ma altre dimensioni,
altri crepuscoli sono nei polmoni
di giorni senza limiti o divieti.
 
Siamo viandanti dentro le pareti
dense di solitudini e a tentoni
cerchiamo vie d'uscita, sensazioni
ch'evochino ricordi tristi e lieti.
 
Ricordi impunemente cancellati
ci parlano di mondi senza caste
senza farraginosi principati

in cui non si respirano nefaste
esalazioni d'esser spietati,
dove le case nostre son rimaste. 

mercoledì 18 febbraio 2015

Il male minore

L'eco di mille flebili speranze
sento, del dio minore che ci guida
le cui scintille con l'umana sfida
saremmo, e non odore di pietanze.
 
Pungono come spille le distanze
tra ciò che il cuore sa, e di cui si fida,
e quelle istanze di chi in me si annida,
dove si annidano sempre altre istanze.
 
Non ci si fida, manca testa e cuore,
prendi distanze da pungoli e spille,
mangi pietanze sciape e senza odore.
 
Ti desti se ti sfidano scintille,
ma i guai ti guidano al male minore
che offre speranze e chiede fede a mille.
 
Siamo costretti a sopravvivere senza alternativa, figli di un dio minore di cui siamo scintille o pietanze, a seconda del punto di vista. Dentro di noi si annidano istanze diverse, che ci rendono estranei a noi stessi. E siamo inesorabilmente attratti verso il male minore, che offre speranze ma ci chiede cieca fede.
 
Il sonetto è attraversato, dentro, dalle sue rime che lo risalgono al contrario, rappresentando il verso contrario nascosto dietro l'apparente verso a favore, che si risolve in un nulla di fatto.
 
 

 

domenica 15 febbraio 2015

Il moto del sostare

Essere in moto in un mondo vuoto
ci fa sembrare tutto inevitabile
tutto scontato, fragile ed ignoto
tutto passabile ma inaccettabile.
 
Son disabile a questo ragionare
sono bacato, e non c'è a chi mi voto
se non al mare del peregrinare
al mare noto del sentirsi vuoto.
 
L'ego indomabile, il destino, il fato
son solo amare vite senza amare
che infatti amare è il sopravvalutato
ineffabile moto del sostare.

 

venerdì 13 febbraio 2015

Canzone senza fretta


Vi voglio dedicare una canzone

ma non di quelle scritte dalla fretta

una canzone schietta

sonora e petrarchesca

che vi trasmetta solo un'emozione,

che faccia venir voglia d'esser letta.

Ma che riesca, dire non possiamo

perché quando si pesca

non puoi sapere cosa abbocca all'amo.



Voglio trovare, come un trovatore

cui la rima sorride e casca in mano

con arte da artigiano

da operaio, umilmente.

Trovare, e non cercare quel bel fiore

che spunta, che se il fiato indagatore

inutilmente gira su se stesso,

trovare è saggiamente

saper utilizzare il tuo riflesso.



Ed umile e intonato a questo metro,

mi faccio trasportare dalla rima

lasciando che si esprima

come comanda stanza,

che mi trascini seco avanti e indietro

ovunque il santo afflato spira: in cima

ai monti dove avanza senza freno

o in basso dove danza

portando via con sé l'arcobaleno.



Ovunque soffia il vento

sorge nuova poesia, ed i poeti

nascono dai sussurri di un accento

dai sogni lieti d'esseri diversi.

Lasciate che s'acquieti

il vostro cuore insieme a questi versi.

lunedì 9 febbraio 2015

La settima via


In alto! Verso iperuranei amplessi,
salire è il primo passo verso il sole,
In basso! Rinunciamo a ciò che vuole
la parte più superba di noi stessi.
A destra, verso Est, là quei riflessi
di luce dell'aurora miete il sole.
Ad Occidente! Verso altre parole
con le figurazioni, i tropi, i nessi.
Avanti, il futuro ci appartiene,
si va verso quegli orizzonti arditi!
Indietro, ricordando il sommo bene
che fecero i nostri santi aviti!
Sei son le vie per perdersi nel mondo
una per ritrovarsi nel profondo.

martedì 3 febbraio 2015

Brezze

Sentire il vento è l'ombra dell'amore
la brezza mattutina la sua orma,
quando ti svegli aurora prende forma
e riconosci il sole dall'odore.

Se non rinasci, disse chi non muore,
dal fiato eterno e l'acqua che ti informa
non entrerai lassù nel "nessun dorma"
incatenato alle ombre del torpore.

Come sull'erba il bruco filatore
distilla goccia a goccia la rugiada
mostrandoci la via verso la vita,

ispira o musa il canto a un trovatore
che deve ritrovare la sua strada:
soffia nell'aria la speranza avita.