martedì 25 ottobre 2016

otto sei otto

grigio trasecolare d'ogni giorno
su trame di una sterile commedia
scritta dal nulla eterno che ci assedia
che non esiste ma c'è tutto intorno
 
ed è un interminabile ritorno
alla necessità di questa inedia
mangiando cibo che l'oblio rimedia
fatto di fumo e nebbia per contorno
 
ombre ci traggono nella palude
di sentimenti blandi senza offese
dorati di certezza interinale
 
ma d'una sola ingognita si avvale
l'equazione intonata alle pretese
della modernità che non delude

l'incognita è l'io sono, il sopra e il sotto
l'uno molteplice di mille storie
l'umanità che narra il cantastorie
quando tutti per uno era il mio motto

oltre i confini accanto al vetro rotto
di una finestra scorgo le mie scorie
tra i vetri sparsi conto le memorie
della mia vita e fanno otto, sei, otto
 

domenica 2 ottobre 2016

bolina

l'ombra di un dubbio lascia il fiato teso
accanto al brulicare di idiozie
demenze croniche, malinconie,
e attese di un evento non atteso
 
e rinforzandosi resto compreso
in una incomprensione di bugie
l'alba si fa incantesimo e le mie
perplessità nascondono il mio peso

l'ombra di inquietudine è già fuoco
scopre la rabbia di un peccato grave
non c'è maledizione così forte
 
da non permettermi di aprire porte
se guardo bene in tasca, c'è la chiave
ma l'ho dimenticato poco a poco

io non ci sono ma quando compaio
tutto diventa facile, gli instanti
di questa vita eterni tutti quanti
ha diritto al suo cibo l'operaio 

quando il vento ti spira contro, è un guaio
è più difficile andare avanti
per la tua direzione, non c'è santi
a meno tu non sia un buon marinaio