martedì 29 dicembre 2015

il nero e il rosso

il nulla, il poco, il minimo, l'assente
la porta che non porta dove importa
l'ombra del sole freddo assunta addosso

l'odio cucito sulla propria pelle 
balugine di verità che assorta
sa di foschia palpabile e di notte

il poco, il molto poco, il quasi niente
la doccia di banalità di stelle
pretendere che in fondo in fondo è amore

quel tiepidume che ridotto all'osso
assume forma tipica, l'odore
di familiarità stantia, di oblio

di tiritera inutile e corrotte
lacrime senza sale nè sudore
secche come in autunno se sei foglia

l'ombra che fonde insieme il nero e il rosso
che stritola coscienze sorde e rotte
l'intimità violata del chi sono

del penetrale sacro detto io
invaso dai marosi del frastuono.
tutto si perde dentro il tramestio

di molta distrazione e poca voglia

domenica 27 dicembre 2015

quel senso che qualcuno chiama spirito

la vita non si limita, non resta
confinata nell'attimo infinito
nel quale siamo qua, così, ma è storia

che non si lega a quello che ricordo
ma alla verità che ho intuito
e che dimentico continuamente 

la vita non è albero, è foresta
è mare denso, immenso, cieco e sordo
ai lacci che mi legano al già visto

ovunque ci riportano memoria
le particelle, la sostanza, esisto
perché qualcuno ha amato ed è vissuto

prima di me, imprimendosi nel niente 
ed io respiro il tormentato misto
di piacere e dolore in cui sto immerso

tutto parla di tutto, tutto è storia
tutto memoria ma io mi scordo e sente
il corpo questa confusione eterna

mentre mi sciolgo lentamente fiuto
quella sostanza inesplicata interna
quel senso che qualcuno chiama spirito

e mi ritrovo dove m'ero perso

martedì 22 dicembre 2015

Il sole a mezzanotte

Si spegne la campana della sera
lungo le passeggiate
di questi giorni ipnotici dell'anno
 
si accorciano le ore della luce
mentre la terra va a dormire, fate
si incontrano, per destinarci un dono.
 
E' dalla primavera
che questa terra è sveglia, taglia e cuce
l'erba dei prati, gli alberi e le foglie,
 
i pochi che si accorgono, già sanno
riconoscere questo tempo che raccoglie
le attese e le speranze:
 
attendere è attendere l'io sono
il verbo fatto uomo che ci accoglie
nascendo nella grotta del non senso.
 
Attendere è aspettare senza affanno
che il vero il bello e il buono
rinasca come il sole, e chi l'attende
 
e si prepara sa che le distanze
azzera il puro spirito e risplende
vicino ad ogni uomo, intimamente
 
più intimo ed intenso
dell'intimo che ci abita e ci prende.
La terra si addormenta, e di un neonato
 
il bene eterno prende le sembianze,
di un bimbo, l'indicibile ed immenso
nasce nel nostro giorno,
 
di giorno in giorno, vero e risplendente
come la terra madre, che sta intorno
e genera di nuovo verità.
 
Chi quella notte veglia, ed ha vegliato
risente tutt'intorno,
un coro di creature delle stelle:
 
"Risplenda il vero e il buono eternamente
e in terra, a chi non si è dimenticato
di cosa è fatto e si rivolge al bene
 
sia pace e verità!".
Ma chi si accorgerà di ciò che avviene,
chi rimarrà sveglio questa notte?
 
Chi sulla testa ha solo luna e stelle
chi non ha nulla, e nulla trattiene
chi pascola il suo gregge,
 
vivendo la sua vita in libertà!
Andiamo su, pastori e pastorelle
se ancora abbiamo un cuore che ci regge
 
ad ammirare il sole a mezzanotte!

giovedì 17 dicembre 2015

bisogno

lungo le carreggiate
delle autostrade delle volte ancora
che incontro le medesime illusioni
viaggiano autocarri di menate
io, ora per ora
risento il loro eco e mi vergogno
 
non mancano occasioni
per credere a folletti gnomi e fate
il volto mi nascondo e si colora
di nero il cupo perdersi nei suoni
nei ritmi del bisogno
mentre la vita scorre torno torno
 
lungo le strade logore d'asfalto
non riesco a muovermi dalla mia stanza
e il viaggio di ritorno
è un ritornare in tondo come un sogno
lucido come smalto
che ti fa volteggiare a mo' di danza
 
oggi è lo stesso giorno
di ieri e di domani, in basso e in alto,
resta la mia speranza
vaga, come una resa al dio bisogno
 

lunedì 14 dicembre 2015

perso tra sé e sé

vince sempre il più forte
quello che non rinuncia alla memoria
e sa, di quel sapere consistente
 
vince, scrive la storia
con penna nera ed animo di morte
e tu, che sei perdente
ti domandi che cosa, chi, perché
 
vince il più forte e mette in cassaforte
il vero, il bello, il giusto e un'illusoria
realtà lascia a chi non se ne fa niente
perso tra sé e sé
 
vince il più forte, sfruttando il vantaggio
di ricordare quello che hai scordato
chi sei, che cosa fai, che ti è successo
dov'è nascosto il solo e vero te
 
vince, e ti sembra saggio
vivere utilizzando il suo progresso
scordando il tuo passato
e oliando sempre più questo ingranaggio
 
vince sempre chi ti ha già conquistato
e tu perdi lo stesso
anche se ottieni tutto quel che c'è  

fast food


quel che voglio per natale sei tu
non voglio il bue e nemmeno l'asinello 
non un re magio e manco un pastorello
un San Giuseppe, una Maria o un Gesù

io voglio solo te, niente di più 
il mio presepe è un burger, solo quello
non voglio altro, niente è così bello
voglio mangiarmi tutto il tuo menù

e venero quel tuo menù speciale
mi fai sentire buono, very good
ti adoro, ho visto la tua stella ovale

che brilla magica da nord a sud
son qui per adorarti, sei il Natale
il nulla fatto carne in un fast food

venerdì 11 dicembre 2015

Inverno

Ora il cattivo umore
sembra sia scongiurato, solo oneste
lacrime di pioggerellina austera
che stempera gli inganni del colore
disattivando il senso.
 
Giornate meno tristi ma più meste
si inseguono sognando primavera
ma solo nella mente, che l'inverno
di già bussa alle feste
pensando di sapere ciò che penso.
 
Sono le tre stagioni che ci ingannano
facendoci pensare che all'esterno
di ciò abbiamo denso
ci sia natura morbida e felice.
 
La quarta invece no, e già si dannano
gli umani per restare in quell'inferno
che inizia col natale
finendo coi pensieri che si appannano
mentre fanno da inutile cornice
al rito consumato  al dio mercato
nel centro commerciale.
 
L'attesa è tutta qui, ma non si dice. 
 

mercoledì 2 dicembre 2015

corpo

una intenzione ha riempito lo spazio
con una forma, una ferma intenzione,
e adesso questo spazio ci si impone,
lasciando poco onore e molto strazio
 
il vuoto non si placa, né è mai sazio
il ragionare senza una ragione
il perdersi nel vento d'opinione
su temi senza logica nè ratio.
 
un intenzione ha colorato un vuoto
con una forma, ed ora la sostanza
resta al di sotto, persa nell'ignoto
 
e noi che non ne abbiamo mai abbastanza
di muoverci girando senza moto
perdiamo il sé menando questa danza