lunedì 23 aprile 2018

Dove sono

I nostri giorni spesi,
le nostre vibrazioni, i nostri piani.

Come se il mondo fosse ciò che sogna,
come se il vero fosse il dio denaro,
il dio fatica, il dio certezza, tesi
a piangerci il domani.

Domani non si sente né bisogna,
né questo immenso sterco è il mio riparo,
né vita gli ozi obesi.

L'ebbra ragione vuole i suoi colori,
dipingere di vero l'incertezza,
guarda che casi strani,
vivere per morire di menzogna.

Contano i visi, contano i sapori,
conta più che il sapere, essere faro,
luce per chi cammina,

o nebbia per chi attende la salvezza
sull'albero dei cuori,
perché l'ombra del vero è vero amaro
e amara medicina.

Sono dove nasconde nella brina
l'essenza delle cose l'aspra brezza.

domenica 15 aprile 2018

Alba

Parla, l'immensità che vive al centro
la lingua dell'amore.

E fedeltà, ricchezza, gli ideali
che milito e cammino
restano una discarica incolore
se soltanto rumore sento dentro.

Ho occhi nel mio cuore,
come, se guardo bene, anche due ali
per giungere al distante che è vicino.

S'apre la porta del tempio, ed entro
nel luogo dove il mare tocca il cielo,
l'intimità del seno della terra
dove se scendi, sali.

Tutto è donato, nulla più mi manca
nulla mi opprime, nulla più mi afferra
tutto è sacro e divino.

Dietro il colore del vento che anelo
c'è una pagina bianca,
c'è una pace che contiene anche la guerra,
un sole dentro un fioco lumicino.

E l'alba si spalanca
quando irrompe la luce dietro al velo.

domenica 8 aprile 2018

Nubi e sole

Un eterno rincorrersi di nubi
dipinge il mio orizzonte.

Sorge per tutti il sole, ma a me piace
l'odore della pioggia la mattina:
quanto quel pianto rubi
gli lasci con le dita le tue impronte.

S'apre uno squarcio in cielo, e senti subito 
un piccolo frammento di una pace
a cui il mondo si inchina.

Basta volerlo e mettersi di fronte
le proprie debolezze da incapace
e dirsi apertamente
che meglio di così non scalda il sole.

Tutta la mia malata medicina
non serve che a creare malattia,
un medico e un paziente.

Voglio essere risposta genuina
che la pazienza ha un limite, e umilmente
parlare solo con le sue parole
seguendo la sua via.

Mi ispiri sempre il vento la poesia
soffiando dove vuole. 

Stetoscopio

L'arma da taglio che ho nella mia tasca
è il mio portafortuna.

Che sono pane e vino?
Cosa mi nutre, soprasostanziale,
sospinge in alto e muove sole e luna 
o un corpo, quando è immerso in una vasca?

Con il mio coltellino 
l'ombra del mio ricordo non fa male
quello che taglio aspetto che rinasca.

E l'userò come una mezzaluna
per fare il mio dolore fino fino
ridurlo in piccolissimi pezzetti
e digerirlo meglio.

Ora che vivo dentro l'estro sale
ed è come sgranchirsi gambe e braccia
nell'atto del risveglio.

Vivo e non sento più come minaccia
i miei pregi e difetti
e tutto sento, e per sentirmi meglio
uso uno stetoscopio personale.

Hai tutto ciò che serve, se l'accetti
per affrontare quello che si affaccia.