venerdì 31 ottobre 2014

Esperimenti mentali

E d'un tratto, di scatto,
la rabbia rimasta
sotto la coltre che ti resta,
ti fa dire basta, non oltre,
basta con le privazioni,
l'esser cloni
basta con le conclusioni
figlie di frustrazioni basta,
non è l'asta che fa la bandiera, basta, viene sera
ma di giorno non s'avvera
nessuna primavera,
non si tinge di colore
la sfinge dell'onore
non si finge l'amore,
non si dipinge di dolore la laringe
per tacere le storie vere,
riveste ogni ora che passa
la sua tassa,
basta con dire basta,
si alzerà la nuova era
dopo che verrà sera e notte,
e rotte tutte le inferenze,
le tendenze dense,
le invadenze,
dopo che le credenze delle scemenze
si saranno spente,
dopo che la mente di ognuno
sarà riposta sulla risposta
piuttosto che sulla domanda,
dopo la banda di banditi
che ci comanda
si ritroverà senza randa
fiocco o timone,
dopo che le persone
saranno vero testimone
di chi siamo,
chi abbiamo dentro,
nel centro del centro.

Come dice il tal dei tali,
nel mondo siamo uguali,
ma siamo nella mani
di immani capitali,
e per sentirci validi
non ci restano che attenti
esperimenti mentali.

Sali ora, sali, sali.

martedì 28 ottobre 2014

Il precipizio

Sono giunto al precipizio
più e più vole, ed ogni volta
son tornato a questo inizio

riciclando, senza molta
voglia di riaprire e usare
una simile raccolta

di memorie. E ricordare,
pesa più di molte vite
pesa, tanto da minare

ogni istante, ed atterrite
sono le cellule, le membra
del mio corpo, ed infinite

le mie remore, e mi sembra
d'esser senza più energie.
La mia essenza non rimembra

se ci siano anche le mie
vele oltre l'orizzonte
oltre il solco, se altre vie

son tracciate oltre quel monte.
Posso coglierne un indizio
solo attraversando il ponte

che sovrasta il precipizio.

giovedì 23 ottobre 2014

E' sera

Ecco in quale stato,
bieco, informe e disperato,
senza fiato stiamo, e il fato,
qui nel prato dorato dell'essenza
ci sgomenta,
siamo fatti e imbambolati,
destinati all'assenza,
potenza senza utenza,
violenza senza scienza
e non si sente maledettamente niente
da vivere al presente.

Dentro il plastico, opprimente
gente assente, inconcludente,
stanca di dipendere dal vendere
e di attendere prebende
per riprendere faccende.

Oggi poggi domani frani.
Oggi alloggi sui cocci degli ideali nostrani,
mentre nani, ballerini, ti intrattengono,
ti accorgi che si scorgono
nell'ingorgo di notizie
strani fatti,
e nelle vetrine scintillanti
sono tanti
gli autentici brillanti falsi,
e tanti stravaganti oggetti
che non metti,
e che difatti,
sono fatti per matti, inadatti,
a noi ratti, topi,
sovrastati da scopi ignoti e oscuri,
da muri, divieti duri sicuri e imperituri.

Sopravviviamo sconvolti,
ci siamo rivolti al voltarsi,
agli scarsi versi,
ci siamo persi negli intarsi
di diversi corsi,
come torsoli di mela,
come vela al vento,
mosche nella ragnatela.

E' sera, e intera 
la ragione si azzera.
E' sera, la notte ci inghiotte 
senza una ragione vera.
E' notte, e le lotte fatte finora 
non ci guideranno all'aurora.

martedì 21 ottobre 2014

E ora?

Una volta liberato
da corrive tentazioni
che ti nascono dal fato

di mancanze e privazioni
che rimane dell'umano?
Cosa fai? Che situazioni

ti ritrovi, quando in mano
non hai niente più da fare?
Qual è il senso del mondano

viver, cosa sai inventare?
Se non sai dare risposta
se non sai che raccontare

è perchè è stata posta
altra roba, nel tuo vuoto
altre cose, e ci si accosta

al di più, al grande ignoto
senza ricordare come
stiamo in questo andare immoto.

Ma c'è chi ricorda, eccome
e,dal vuoto lo hai evocato
richiamandolo per nome,

e ritorni imprigionato.

martedì 14 ottobre 2014

Tam tam

Batte ribatte ribatte
tam taratam taratam
questo tamburo, ma intatte

son le memorie, le ram
di cui restiamo dotati
con tutto l'ambaradam:

non si resettano, nati
in questo mondo d'olezzo
falso, di miti spennati.

Tam tara tam, pezzo a pezzo
le convenzioni si staccano
solo a carissimo prezzo

e piano piano si spaccano
tam tara tam, le catene,
e lentamente s'intaccano

quelle certezze, quel bene
che ci fa male, tam tam,
piano chi siamo rinviene,

dentro, ci piglia, tapam!
E le realtà vere o astratte
le ritroviamo, tam quam

tabula rasa, disfatte.

domenica 12 ottobre 2014

Erosione

Donano facili temi
queste parole inventate
per farci rompere schemi.

Nevi, tempeste fatate,
carmi, sincronici eventi
restano disincarnate

remore, scosse da venti
meditamente sospesi,
deboli, flebili, spenti.

E, se rimangono illesi,
dicono, recano, fanno
questi tormenti che ho, accesi

dalle memorie che il danno
mi regalò, ma non sono
che ospiti informi e non sanno

d'altro respiro, non suono,
ma tenebrosa temperie,
solo, fatica e frastuono.

Ora, diventano serie
queste tempeste che temi
sopra le spoglie macerie.

Vedi, comprendi. Ora tremi.

giovedì 9 ottobre 2014

Ma

Se tu vedessi, con gli occhi che hai,
se tu sentissi le cose che io sento
si tratterebbe poi di sentimento
di pratica, di mondi che non sai.

Se uscissi dalla gabbia, dai tuoi guai
per ricercarti dentro il mare e il vento
saresti una visione, un nutrimento
per chi non sa, non vuole e non è mai.

Ma tu, (e sapevi che veniva un "ma")
ma tu invece no, e dalla china
di questa vita rimaniamo appesi.

Ma forse, proprio questi malintesi
queste temute secche, la rovina,
sono la molla per la libertà.

lunedì 6 ottobre 2014

L?abbandono

Questo abbandono di parti
che sono quello che fu
quelle più antiche, quegli arti
che non ci servono più,
è un suicidarsi, un perire
scaraventando quaggiù
storie diverse e fallire.

Ma è un fallimento trovato,
se riuscirai a ripartire
rendendo vivo il pensato
morto, che è quello che dona
l'indipendenza dal fato.

Puro immortale, persona
siamo realmente, ed il vivo
che ci trattiene, la buona
educazione, il corrivo
modo di porsi nel mondo,
l'essere vuoto e passivo,
è un sopravvivere immondo.

Vivere è questo, distrarti,
ma se ti vivi più a fondo,
muoiono certe tue parti.

giovedì 2 ottobre 2014

Tiepidi lampi

Fremiti, tiepidi lampi
d'altri sbiaditi barbagli
fulmini sparsi sui campi,
sfondoni, topiche, sbagli
restano poco appropriati
come quei filtri, quei vagli
che dei pensieri pensati
hanno scartato i più fini
e coi più grossi e bacati
hanno tracciato confini.

E confinati da soli,
sui nostri letti e cuscini
dove quei sogni, quei voli
in altri mondi riposano
restando miseri, soli,
i nostri fremiti osano
come si osa dormire,
poi, sul più bello si posano.

Tutto finisce, e finire
è definirsi, non scampi,
vivendo dentro alle spire
fremendo tiepidi lampi.