Nascondersi non serve, siamo all'aria
tutti dobbiamo vivere, e per questo
dobbiamo essere parte del contesto
di vita fiacca ed abitudinaria,
ma l'esistenza è variegata e varia
e ognuno può cambiare palinsesto
e rendere il confine manifesto
pur rimanendo nella gabbia aviaria.
Daccordo, ma mi piacerebbe pure
capire cosa c'è oltre al confine
oltre alle basse secche, così dure.
E rimanendo sopra questo suolo
scorgere all'orizzonte, le colline
sognando un giorno di spiccare il volo.
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
Il paradigma negativo
E' l'estro che si estrinseca nel verso
e verso ciò che è avverso mi conduce
ma questa avversità, in fondo è luce
perché mi fa capire ciò che ho perso.
Ed anche se l'esotico è perverso
la forza del mio sé tutto ricuce
e vedo che risalta in controluce
la forma di chi spinge in senso inverso,
l'ombra del paradigma negativo
che pone tutto sotto il lato oscuro,
che fa sembrare buono anche il cattivo.
E' questo paradigma, son sicuro,
a prima vista facile e corrivo,
che desta dentro me ciò che è più puro.
e verso ciò che è avverso mi conduce
ma questa avversità, in fondo è luce
perché mi fa capire ciò che ho perso.
Ed anche se l'esotico è perverso
la forza del mio sé tutto ricuce
e vedo che risalta in controluce
la forma di chi spinge in senso inverso,
l'ombra del paradigma negativo
che pone tutto sotto il lato oscuro,
che fa sembrare buono anche il cattivo.
E' questo paradigma, son sicuro,
a prima vista facile e corrivo,
che desta dentro me ciò che è più puro.
mercoledì 29 maggio 2013
Io
Forme informi mi sfidano ogni giorno
e rivolgono lo sguardo sul mio sè
ma loro non si vedono, perché
c'è nebbia e confusione tutto attorno.
Mangiano queste forme, per contorno
pezzetto per pezzetto un po' di mè
nemmeno me ne accorgo, è come se
la mia vita mi si stringesse intorno.
Che voglio, cosa sono, cosa vedo?
Che voglio, cosa sono, cosa vedo?
Chi sono stato, cosa è sempre mio?
Da chi prendo il sentire, cosa credo?
La mente si domanda, e il rovellio
rimastica finchè alla fine cedo:
chi sono sempre stato, sono io.
lunedì 27 maggio 2013
Litanie
Le tante cose che vissuto e fatto
non son niente, se non le vivo adesso
mi riprometto d'essere distratto
soltanto dalle angosce di me stesso
e leggo, nelle righe del ritratto
che mi son fatto d'ogni mio progresso
un portamento debole e protratto
che mi fa andare indietro troppo spesso
Sento le solitarie litanie
del dovrei dire, fare, e via dicendo
sento, ma non le sento tutte mie
alcune le rifuggo perchè tendo
a non fidarmi troppo. Le poesie,
invece, danno proprio quel che rendo.
domenica 26 maggio 2013
Aiuola
Quello che ho da dirti
a te, che mi stai accanto
vorrei fosse parola,
di quelle che finora
non ho saputo offrirti
un benedetto canto
un pensiero che vola
e che diventa ora
la molla che sa unirti
a quello che di santo
ho dentro e che percola
dalla mia testa e indora
le idee, che sono mirti
son rose, e come un manto
adornano l'aiuola
del tu che m'innamora.
a te, che mi stai accanto
vorrei fosse parola,
di quelle che finora
non ho saputo offrirti
un benedetto canto
un pensiero che vola
e che diventa ora
la molla che sa unirti
a quello che di santo
ho dentro e che percola
dalla mia testa e indora
le idee, che sono mirti
son rose, e come un manto
adornano l'aiuola
del tu che m'innamora.
venerdì 24 maggio 2013
Demoni
Non mostratevi banali
adorando solo il nulla
come fecero quei tali
di cui è scritto: si trastulla
questo popolo, è cresciuto,
questo popolo, si è alzato
prima invece, era seduto
per mangiare sopra un prato.
Ne svendiamoci le membra,
non entriamo in quelle fila
che ne caddero, mi sembra,
in un dì ventitremila.
Né testiamo oltre misura
per vedere se va bene,
quell'essenza santa e pura
che ci ama e ci sovviene
come fecero quei tali
distruggendosi per niente
sotto gli incantati strali
del diabolico serpente.
Né lagnatevi, ingrugniti,
come loro, con livore,
distruggendosi, gli aviti
sotto il grande distruttore.
1Corinzi 10, 7-10
μηδε ειδωλολατραι γινεσθε καθως
τινες αυτων ωσπερ
γεγραπται εκαθισεν
ο λαος φαγειν και πειν και ανεστησαν
παιζειν μηδε
πορνευωμεν καθως τινες
αυτων επορνευσαν και επεσαν μια ημερα
εικοσι
τρεις εἴκοσιτρεῖς
χιλιαδες μηδε
εκπειραζωμεν τον κυριον καθως τινες
αυτων επειρασαν και
υπο των οφεων
απωλλυντο μηδε γογγυζετε καθαπερ
τινες αυτων εγογγυσαν και
απωλοντο
υπο του ολοθρευτου
mercoledì 22 maggio 2013
Sacramenti
Ecco che cosa desidero,
che conosciate l'antifona:
quelli che ci precedettero
tutti eran sotto la nuvola
e dentro un mare larghissimo
passaron tutti, e il battesimo
in questa nuvola, mistica
e in questo mar, ricevettero,
tutti mangiaron, nutrendosi
il proprio cibo di spirito
tutti lo spirito bevvero,
era quell'acqua, che è seguito
di quello spirito pietrico
di quella pietra che è cristica.
Ma non per questo, l'altissimo
diede il suo beneplacito,
a molti, e agì disperdendoli
in terre di solitudine.
Questi divennero tipici,
cosìcchè noi, comprendendoli,
non appetissimo l'orrido
che loro invece appetirono.
1 Corinzi 10,1-6
ου θελω γαρ υμας αγνοειν αδελφοι οτι
οι πατερες ημων παντες υπο την νεφελην
ησαν και παντες δια της θαλασσης
διηλθον και παντες εις τον μωυσην
εβαπτίσθησαν εν τη νεφελη και εν τη
θαλασση και παντες [το] [αυτο]
πνευματικον βρωμα εφαγον και παντες το
αυτο πνευματικον επιον πομα επινον γαρ
εκ πνευματικης ακολουθουσης πετρας η
πετρα δε ην ο χριστος αλλ ουκ εν τοις
πλειοσιν αυτων ευδοκησεν ο θεος
κατεστρωθησαν γαρ εν τη ερημω ταυτα δε
τυποι ημων εγενηθησαν εις το μη ειναι
ημας επιθυμητας κακων καθως κακεινοι
επεθυμησαν
martedì 21 maggio 2013
Affiorando io frano
Libero non è mai nato
libero, non liberato
libero, nome non grato
libero, innominato
E se sono libero allora
ditemi chi sono, ancora
ditemi perchè sinora
quel fuoco non mi accalora.
Mentre non sono più niente
l'attimo evanescente
diventa adesso presente.
Questo presente è lontano,
fuoco, anelito vano
sorge, e affiorando io frano.
libero, non liberato
libero, nome non grato
libero, innominato
E se sono libero allora
ditemi chi sono, ancora
ditemi perchè sinora
quel fuoco non mi accalora.
Mentre non sono più niente
l'attimo evanescente
diventa adesso presente.
Questo presente è lontano,
fuoco, anelito vano
sorge, e affiorando io frano.
lunedì 20 maggio 2013
Il grande balzo
Le vite degli angeli, siamo
e questo discutere, fare,
volere esser altro
da ciò che risplende nel cuore
ci limita, ecco, cos'è questa perdita?
A cosa, a chi somigliamo,
che cosa vediamo? Fanfare
ci invitano ad essere altro
da quello che dice l'amore
e dunque rischiamo di perder la semina.
Cosa ci lega ancora alla terra?
Occhi, salute, bellezza,
nascondersi ancora.
Vaghi ricordi di quel che eravamo
confondono adesso le carte.
E adesso pace non c'è, né c'è guerra.
Vento, incantata carezza,
che soffia e che accora.
Voci prestate allo spirito siamo,
ma senza parola né arte.
Ci restano intatte
le scie sulla pelle
dell'altro percorso che ho fatto.
Sul volto, disfatte
le cose più belle
si scorgono ancora, ed intatto
è quello che bramo,
dovunque io sono e mi alzo.
Attoniti siamo.
Dimentichi del grande balzo.
e questo discutere, fare,
volere esser altro
da ciò che risplende nel cuore
ci limita, ecco, cos'è questa perdita?
A cosa, a chi somigliamo,
che cosa vediamo? Fanfare
ci invitano ad essere altro
da quello che dice l'amore
e dunque rischiamo di perder la semina.
Cosa ci lega ancora alla terra?
Occhi, salute, bellezza,
nascondersi ancora.
Vaghi ricordi di quel che eravamo
confondono adesso le carte.
E adesso pace non c'è, né c'è guerra.
Vento, incantata carezza,
che soffia e che accora.
Voci prestate allo spirito siamo,
ma senza parola né arte.
Ci restano intatte
le scie sulla pelle
dell'altro percorso che ho fatto.
Sul volto, disfatte
le cose più belle
si scorgono ancora, ed intatto
è quello che bramo,
dovunque io sono e mi alzo.
Attoniti siamo.
Dimentichi del grande balzo.
giovedì 16 maggio 2013
M'appago
Ancora di nuovo la lotta
battaglie di nuovo, non pago
d'avermi spaccato, l'incanto
riprende dove altri hanno spago.
Si prendono tutto il lasciato
l'atteso che io ho reso vago
l'informe, il non è, l'indeciso
sparisce, è il trucco di un mago,
mi lascia senz'anima e triste
ma quello che voglio, se indago
non è ciò che prendo, io voglio
il mio essere, l'io, la mia imago,
non voglio lasciarla a nessuno
non voglio gettarmi nel lago
del nulla che non sa chi sono,
e voglio io stesso esser ago
di questa mia bussola e andare
soltanto laddove m'appago.
mercoledì 15 maggio 2013
Forza divina
Non con parole retoriche
né con sapienza davvero
giunsi da voi, annunciandovi
questo divino mistero,
ma giudicai che qualsiasi
cosa vi avessi trasmesso
non fosse che il nome altissimo
quello, che in croce fu messo:
divenni debole e astenico
divenni un po' timoroso
divenni pieno di tremiti
per fare posto al glorioso.
La mia parola, il mio kérigma
non fu sapiente sofisma
ma fu apodittico spirito
ed apodittico sisma,
così perchè a convincervi
non fosse un'altra dottrina
nata da poveri uomini
ma fosse forza divina.
1 Corinzi 2,1-5
καγω ελθων προς υμας αδελφοι ηλθον ου καθ υπεροχην
λογου η σοφιας καταγγελλων υμιν το μυστηριον του θεου ου γαρ εκρινα τι
ειδεναι τι εν υμιν ει μη ιησουν χριστον και τουτον εσταυρωμενον καγω εν
ασθενεια και εν φοβω και εν τρομω πολλω εγενομην
προς υμας και ο λογος μου και το κηρυγμα μου ουκ εν πειθοις σοφιας
λογοις αλλ εν αποδειξει πνευματος και δυναμεως ινα η πιστις υμων μη η εν
σοφια ανθρωπων αλλ εν δυναμει θεου
martedì 14 maggio 2013
Risposte
Chiare son le domande che mi faccio
ma le risposte no, non altrettanto
quelle sono confuse, e vado a braccio
prima le butto giù, come d'incanto
poi dico, no, non sembrano sincere
e le riformulo, ma senza il santo
divincolarsi proprio del volere
ogni risposta non sa più chi sono.
Infatti ogni risposta sa tacere
le cose più importanti, sa il perdono.
E sa nascondersi, infatti s'inclina
verso un ben più benefico frastuono.
L'ombra della realtà per noi è vicina
quel che possiamo non è già raccolto
e il mondo ora ci appare una vetrina
ma i cartellini dei prezzi hanno tolto
e regolarsi non è mai banale
perché quello che è saggio sembra stolto
ed anche ciò che è bene sembra male
le cose più reali son supposte
l'evanescenza simula il reale.
Ci sono più domande che risposte.
lunedì 13 maggio 2013
L'errore
Se un astenico ti vede,
te, con tutta la tua scienza
che stai lì con chi ci crede
e ti mangi l'apparenza
non sarebbe incoraggiato
lui, che è debole di mente
lui che non è ben centrato
a mangiar l'inconsistente?
Si distrugge il potenziale,
attraverso la tua scienza
di quel debole, quel tale,
quel fratello, e adesso senza
dovrai farne, ed il risorto
l'esser logico, che viene
attraverso lui è morto.
Quindi proprio non conviene
complicare la coscienza
di chi è debole, l'errore
lo fai contro quell'essenza
dello spirito creatore.
E se un cibo mai ci sia
che è di ostacolo al fratello,
non ne mangio, faccio mia
la sua pena, il suo fardello.
1 Corinzi 8, 10-13
εαν γαρ τις ιδη [σε] τον εχοντα γνωσιν εν ειδωλειω
κατακειμενον ουχι η συνειδησις αυτου ασθενους οντος οικοδομηθησεται εις
το τα ειδωλοθυτα εσθιειν απολλυται γαρ ο ασθενων εν τη ση γνωσει ο
αδελφος δι ον χριστος απεθανεν ουτως δε αμαρτανοντες
εις τους αδελφους και τυπτοντες αυτων την συνειδησιν ασθενουσαν εις
χριστον αμαρτανετε διοπερ ει βρωμα σκανδαλιζει τον αδελφον μου ου μη
φαγω κρεα εις τον αιωνα ινα μη τον αδελφον μου σκανδαλισω
domenica 12 maggio 2013
Ripartire
Articolati siamo, ed anche immersi
in varie vicissitudini di vita
su questa strade siamo vivi e persi.
Cosa sappiamo, di come è finita
di come si coltivano quei fiori,
come annaffiare la rosa appassita?
Siamo dispersi ancora negli odori
di stanche cerimonie tutte uguali
che presenziamo solo per favori
per ingraziarci gli altri, e tali e quali
passano i giorni, e il tempo non è giunto
perchè la nostra vita apra le ali.
Siamo arrivati fino a un certo punto
ma adesso lì sostiamo, lì c'è un freno,
un limite che adesso si è raggiunto.
Tutto, nel nesso cosmico, è ripieno
di immensi arcani, dai significati
da cui possiamo attingere, o almeno
si leggono i perché stratificati
di quali strade battere, e l'agire
risulta un po' più chiaro. Ritrovati
questi perché, possiamo ripartire.
giovedì 9 maggio 2013
Il tetro potere
Non in tutti è conoscenza
e qualcuno fino ad ora
mangia pure l'apparenza
quando l'apparenza adora,
e di questi, la coscienza
non si può dire pulita
è un po' fiacca l'esistenza
e un po' astenica la vita.
Questo cibo non s'attiene
al divino, perlomeno
né mangiarne ci conviene
né ci inficia farne a meno
Posso farlo, però è tetro
quando mangio a piacimento
generare in chi sta indietro
confusione e smarrimento.
1 Corinzi 8,7-9
αλλ ουκ εν πασιν η γνωσις τινες δε τη
συνηθεια εως αρτι του ειδωλου ως
ειδωλοθυτον εσθιουσιν και η
συνειδησις αυτων ασθενης ουσα
μολυνεται βρωμα δε ημας ου παραστησει
τω θεω ουτε εαν μη φαγωμεν
υστερουμεθα ουτε εαν φαγωμεν
ὑστερούμεθα βλεπετε δε μη πως μήπως η
εξουσια υμων αυτη προσκομμα γενηται
τοις ασθενεσιν
mercoledì 8 maggio 2013
Uno
E riguardo ad ingerire
la mattanza che si fa
adorando l'apparire
noi sappiamo: non ci sta
adorare l'apparenza,
e nel mondo non si ha
tranne l'uno, un esistenza
che è per noi divinità.
Se si definisce tale
chi ci domina o chi è santo
terra terra, o spirituale
siamo sotto questo manto.
Ma per noi non c'è che uno
senza nome, genitore,
da lui tutto, tutti e ognuno
e noi verso lui e il suo amore,
e uno che maestà si chiami
ed ha un nome, un nome santo
tutto e tutti per suo tramite
e noi tramite il suo canto.
1 Corinzi 8,4-6
περι της βρωσεως ουν των ειδωλοθυτων οιδαμεν οτι
ουδεν ειδωλον εν κοσμω και οτι ουδεις θεος ει μη εις και γαρ ειπερ εισιν
λεγομενοι θεοι ειτε εν ουρανω ειτε επι γης ωσπερ εισιν θεοι πολλοι και
κυριοι πολλοι [αλλ] ημιν εις θεος ο πατηρ εξ
ου τα παντα και ημεις εις αυτον και εις κυριος ιησους χριστος δι ου τα
παντα και ημεις δι αυτου
martedì 7 maggio 2013
La mattanza
E riguardo alla mattanza
fatta per benemerenza
verso il nulla, l'ignoranza
non abbiamo, ma la scienza.
Questa scienza è piena e tronfia
ma l'amore è costruttivo
quella, solamente gonfia,
l'altro invece è produttivo.
Se qualcuno poi ritiene
di comprendere qualcosa
non ha ancor compreso bene
come debba far la cosa.
Se il divino ami, inteso,
se lo ami veramente
dal divino sei compreso,
e compreso pienamente.
1 Corinzi 8, 1-3
περι δε των ειδωλοθυτων οιδαμεν οτι παντες
γνωσιν εχομεν η γνωσις φυσιοι η δε αγαπη
οικοδομει ει τις δοκει εγνωκεναι τι ουπω
εγνω καθως δει γνωναι ει δε τις αγαπα τον
θεον ουτος εγνωσται υπ αυτου
lunedì 6 maggio 2013
Tempo sistaltico
Ed ora questo io predico,
che adesso cambi la musica,
non è più tempo per diastole
è tempo d'esser sistaltici:
per quelli che moglie avessero,
come se fossero celibi
per quelli che s'affliggessero,
come se niente di tragico
ci fosse, ed i contentissimi
fare come non lo fossero,
quelli che spendono e spandono
come se nulla tenessero,
quelli che il mondo utilizzano
come se non ne abusassero,
che questo suo schema cosmico
è di per sé temporaneo.
1 Corinzi 7,29-31
τουτο δε φημι αδελφοι ο καιρος συνεσταλμενος εστιν
το λοιπον ινα και οι εχοντες γυναικας ως μη εχοντες
ωσιν και οι κλαιοντες ως μη κλαιοντες και οι
χαιροντες ως μη χαιροντες και οι αγοραζοντες ως μη
κατεχοντες και οι χρωμενοι τον κοσμον ως μη
καταχρωμενοι παραγει γαρ το σχημα του κοσμου τουτου
domenica 5 maggio 2013
Non scartare il quarto nullo
Sempre il primo va buttato
il secondo è un po' fasullo
quanto al terzo, non è dato
non scartare il quarto nullo.
Perché nullo non è il prato
sopra il manto grigio e brullo
da quel seme un fiore è nato,
un adulto da un fanciullo.
Cosa il quarto dice è oscuro
non è facile al pensiero
disincanto e incanto puro
è bianchissimo ma nero,
morbidissimo ma duro
vero, e anche menzognero.
il secondo è un po' fasullo
quanto al terzo, non è dato
non scartare il quarto nullo.
Perché nullo non è il prato
sopra il manto grigio e brullo
da quel seme un fiore è nato,
un adulto da un fanciullo.
Cosa il quarto dice è oscuro
non è facile al pensiero
disincanto e incanto puro
è bianchissimo ma nero,
morbidissimo ma duro
vero, e anche menzognero.
venerdì 3 maggio 2013
Chi più può dare, più lo teme
Dentro rinate stanze dei bottoni
si addensano le nubi delle essenze
e di poteri cosmici, occasioni
per rincarare odori e putrescenze
di quello che ci manca come umani.
Ma sono diventate conseguenze
di proporzioni mitiche ed immani
da quando noi medesimi evitiamo
di dichiararci idonei, e al domani
tutto quello che siamo, rimandiamo,
seguendo fili illogici e non veri
che senza troppe remore prendiamo,
dimenticando spesso ch'era ieri
che tutto volevamo, e tutto presto
le idee, le tare mistiche, i pensieri.
Ora tutto è lontano, e vedo questo
gran rovellio di sogni e di pretese
che cela cosa siamo, ed è pretesto
per disegnare nuove forme e chiese
e confessioni illogiche e blasfeme
che il cuore non sa prendere, e non prese.
Oggi chi più può dare, più lo teme.
giovedì 2 maggio 2013
Fatidico
Orpelli, richiami, parafrasi
le cose che ho detto e voluto,
le immani farragini frivole
del cosmo in cui son cresciuto,
l'ordito e la trama che temono
l'intreccio che tessono adesso,
sparute occasioni di vivere
nel mondo di plastica e gesso.
Fatidico viene quell'attimo
in cui tutto accade e s'adopra
in cui devi esser quell'essere
riflesso del mondo di sopra.
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